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Bologna 13 luglio 2001


CEPU invasa dagli studenti anti-G8

Una delegazione di studentesse e studenti aderenti al Bologna Social Forum oggi ha invaso la Sede Bolognese di CEPU. Gli attivisti hanno appeso uno striscione davanti all’entrata e distribuito il seguente volantino e comunicato con gli operatori, gli insegnanti e gli studenti al momento presenti al 5° piano di Viale Masini 12.


STUDENTS IN ACTION!
mobilitazione e disobbedienza civile
degli studenti contro il G8
LA CULTURA NON CORRE IN MOTO
E NON GIOCA NELLA JUVE.



CEPU è il simbolo del sapere reso merce.
Il neoliberismo attacca il nostro sistema formativo attraverso strutture come CEPU.
CEPU & co. sono, allo stesso tempo, diplomifici ed esamifici, dove si comprano titoli di studio, come se fossimo in un supermercato del sapere.
Oggi interrompiamo i lavori di questo supermercato per parlare a chi, in questo luogo, studia o lavora e alla società civile globale.

Al CEPU uno studente per fare tre esami sgancia 9 milioni.
I docenti CEPU, di solito neolaureati, vengono anch’essi sfruttati. Sono tutti collaboratori, nessuno assunto, prendono tra le 20mila lire e le 40mila lire all’ora, versate con un sistema di incentivi curioso ma efficace: il 30% subito, il 70% ad esame passato.
Dove finiscono i restanti 2milioni e rotti di media ad esame che entrano nelle casse di CEPU?
Vanno a pagare Alex Del Piero e Valentino Rossi , la pubblicità su tutti i media nazionali, i mega-cartelloni nelle città, sfarzose sedi in tutta Italia, il resto al signor CEPU. Miliardi e miliardi di profitto e pubblicità.
Tutto questo è reso possibile dalle inefficienze dilaganti delle nostre università.
Sulle mancanze della struttura pubblica si aprono voraginosi spazi di mercato per i privati, come Cepu, Ime, Erasmus, Athenea, ProntoProf, Learningonline.org, Cesi e così via.
Profitti realizzati sulle inefficienze pubbliche.
E agli influenti signori di CEPU farebbe molto male se le nostre scuole e le nostre università funzionassero.
E’ anche per questo che le cose non cambiano.

Oggi abbiamo deciso di disobbedire, per difendere le nostre scuole e le nostre università, luoghi in cui crediamo si debba imparare a leggere criticamente il mondo e a comprendere i fenomeni sociali. Per questo la logica che sta alla base del nostro sistema educativo non può che essere quella del sapere come bene comune. C’è invece chi pensa che la logica dominante debba essere quella del mercato, del sapere reso merce, della scuola come servizio privato a pagamento.
La preparazione privata si presenta come “l’anti-scuola” e "l'anti-università" per eccellenza, solo finalizzata al profitto e scollegata da ogni finalità culturale.
Il famoso “metodo CEPU” consiste nella preparazione alle 100 domande più probabili.
Sull’altare del dio mercato viene sacrificato un valore così importante come quello della socialità.
Noi crediamo in una scuola che non dia solo le risposte, ma che, soprattutto, insegni a trovare le domande. Questa si chiama coscienza critica.

Le nostre scuole e le nostre università vengono, tutti i giorni, invase dalle belle facce famose dei testimonial pubblicitari. Forse le nostre facce non sono famose, ma vi invadiamo lo stesso, per farvi riflettere.
Non vorremmo che fra qualche anno succeda come negli Stati Uniti, dove un ragazzo è stato sospeso solo perché indossava la t-shirt della Pepsi in un giornata patrocinata dalla Coca-Cola.

E’ in gioco l’interesse dell’intera collettività: la funzione della cultura e del sapere, che è un prerequisito della democrazia nella società globale.

“Lanciandoci con tutto quello che abbiamo in questa lotta abbiamo agito
con un impulso universalmente umano, quello della ribellione”. (subcomandante Marcos)

E’ con questo spirito che annunciamo: proxima estaciòn…Genova!

Nel Bologna Social Forum: Studenti Nati dalla Resistenza, Unione degli Studenti (Uds), Unione degli Universitari (Udu). Collettivo La lucha sigue (Forlì).



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