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Scalo Internazionale Migranti
16/10/02
OCCUPATO
L'EX ALBERGO DEI FERROVIERI
Questa mattina
un gruppo di attivisti del Bologna Social Forum ha occupato l'EX ALBERGO
DEI FERROVIERI di via Casarini 23.
L'immobile, composto da diverse stanze con annessi servizi, un tempo
veniva utilizzato come luogo in cui i ferrovieri fuori sede potevano
dormire. Sono ormai anni che le FS non lo utilizzano, lasciando andare
in malora una struttura che, con la fame di posti letto a basso costo
che c'è in città, potrebbe dare un servizio sociale molto
utile a tutta la collettività bolognese.
Il fabbricato di via Casarini 23 fa parte delle aree e degli immobili
che le Ferrovie dello Stato intendono "valorizzare". Non è ancora
chiaro quale sarà il suo utilizzo per i prossimi anni.
Il Comune, da parecchi mesi, è a conoscenza dell'esistenza di
questa struttura, ma si è guardato bene dall'aprire una trattativa
con la proprietà per un suo utilizzo come "Albergo Popolare"
per ospitare persone, lavoratori, studenti, che hanno bisogno di un
alloggio temporaneo per orientarsi a trovare una sistemazione più
stabile. Del resto, questa amministrazione comunale ha cambiato destinazione
d'uso (lasciandolo per interi giorni della settimana vuoto) all'Albergo
Popolare di via del Pallone (la sua ristrutturazione era stata finanziata
con fondi pubblici), perché ritiene fastidiosa per la città
di Bologna la presenza di persone che non hanno una casa.
Noi riteniamo sia una scandalo che, mentre in città tante persone
vivono in situazioni di estrema precarietà, senza nemmeno un
tetto sulla testa, posti come questo rimangano vuoti.
Pertanto, questa mattina, abbiamo decretato dal basso la sua riapertura,
per poterlo utilizzare al più presto come "Albergo Popolare".
Ci siamo assunti, con questa azione di lotta, un impegno che dovrebbe
essere degli Enti locali, ma che nessuno ha inteso fino ad ora assolvere.
Invitiamo
tutti gli organi di informazione,
i compagni e le compagne di movimento,
le associazioni di volontariato
alla CONFERENZA STAMPA
che si terrà questa mattina alle 11,30
davanti allo stabile occupato di via Casarini 23
BOLOGNA SOCIAL
FORUM
Info 051203198
16/10/02
All¡attenzione dei cittadini
e delle cittadine di Bologna e a chi a non ha smesso di pensaree p.c.
agli organi di informazione
E¡ nato la Scalo Internazionale Migranti
via casarini 23
Questa mattina 50 cittadine
e cittadini del Bologna Social Forum hanno restituito alla città
gli stabili di via Casarini 23 e da diverse ore stanno gratuitamente
pulendo e sistemando le oltre 30 stanze per tornino disponibili all¡uso
pubblico.
L¡ex albergo ferrovieri
di Trenitalia Spa è chiuso da oltre 2 anni e nonostante il
colpevole abbandono si presenta agibile ed in grado di diventare uno
scalo libero di appoggio nella ricerca di un¡abitazione ai
cittadini italiani o migranti, ai quali oggi questo diritto è
negato.
Scalo, ma anche
laboratorio di resistenza e leva di conflitto contro la legge razzista
e schiavista bossi Fini, la sua cultura e la sua conseguenze pratiche.
La nostra scelta è
stata dettata dalla volontà di rompere un silenzio sempre più
pesante in città. Un silenzio che riguarda tutti e per il quale
non vogliamo accettare altre complicità. Un silenzio che avvolge
i destini di migliaia di migranti sulla cui pelle viene quotidiamente
applicata la legge Bossi Fini, producendo precarietà e clandestinizzazione
sociale, spezzando i sogni di emancipazione e liberazione dei molti
migranti che hanno eletto la nostra città a territorio di lavoro
e costruzione di un progetto di vita migliore..
Un silenzio che non parla
della vergognosa nuova normativa dei Centri di Prima Accoglienza,
che causerà la diretta espulsione di centinaia di migranti,
delle retate nelle periferie dimenticate, del funzionamento a tempo
pieno del CPT, dell¡esclusione dei diritti di cittadinanza.
Lo stesso silenzio nel
quale sarebbe passato la demolizione del campo sul Reno della comunità
rumena se non fossero intervenuti semplici cittadini solidali ed il
BSF fornendo un primo sostegno legale e accogliendoli nelle nostre
strutture; lo stesso silenzio che ha permesso un vero e proprio raid
nei confronti dei pakistani abitanti in via Guelfa, cinque dei quali
sono stati rinchiusi nel CPT, sempre più strumento di repressione
violenta nel nuovo contesto disciplinare introdotto dalla legge Bossi/Fini.
Non pensiamo di avere
la soluzione a tutto, ma di certo da questa mattina il Bologna Social
Forum ha dato a tutta la società civile di Bologna un¡altra
possibilità di rompere questo silenzio, di ribellarsi inaugurando
un cantiere di costruzione concreta di un altro mondo possibile.
Il progetto Scalo Internazionale
Migranti è aperto e attraversabile dai molti che in questa
città rifiutano le logiche di deprivazione dei diritti di cittadinanza
attuate dalla giunta Guazzaloca, ed invitiamo tutte le associazioni
antirazziste, le realtà della sinistra sociale ed ogni cittaidino
a venire a conoscere questo progetto e a disegnarlo insieme a noi.
Anche perchè, se
non ora quando?
ASSEMBLEA ORE 21.00
via Casarini 23
Bologna Social Forum
Bologna, 16/10/2002, secondo anno della guerra globale permanente
16/10/02
Benvenuti nello
Scalo Internazionale dei Migranti, oggi abbiamo occupato l' ex albergo
ferrovieri in via Casarini 23, un posto inutilizzato da due anni e
sul quale non esiste alcuna proposta pubblica di progettualità
da parte degli enti competenti.
Riteniamo invece che il posto possa essere utilizzato a fini sociali
e culturali, vista la carenza e il continuo smantellamento da parte
del comune di ogni struttura di accoglienza e di alloggio in relazione
ai migranti ma anche a quanti in città soffrono il problema
dell' alloggio e del diritto alla casa. Questa è una azione
pratica per rispondere alla questione alloggi ma anche una iniziativa
di denuncia: un posto costruito con fondi pubblici in disuso da anni
e in buone condizioni , a causa della politica di chiusura del comune
di Bologna sul fronte del diritto alla casa, resta sbarrato e invisibile
alla collettività.
E come già anticipato da tempo nelle ultime riunioni del Bologna
social forum, in assenza di proposte concrete da parte delle istituzioni,
abbiamo deciso di darci da fare e di riaprire questo posto ai bisogni
reali delle persone.
Siamo anche coscienti che da qui a qualche mese centinaia dipersone,
cittadini migranti non avranno un posto dove stare; il comune ha deciso
di chiudere i centri di accoglienza...a questa situazione di disagio
che la bossi-fini non fa altro che incrementare, noi oggi diamo una
prima risposta.
Ma questo non sarà solo un luogo di accoglienza, che già
di per sè nel quadro dipinto dalle nuove e sempre più
repressive leggi sull' immigrazione è già una forma
di disobbedienza e sabotaggio, questo sarà anche un luogo aperto
a tutte le realtà che agiscono sul terreno dei migranti e dei
diritti e che intendano sviluppare rivendicazioni vertenze conflitti
con i migranti, per la libertà di circolazione, per i diritti
alla casa e all' accoglienza.
Riteniamo che tutte le forze democratiche della città che si
pongono il problema dovrebbero valutare questa iniziativa come una
valida esperienza di democrazia dal basso, attuata tra l' altro da
quei soggetti che da anni si occupano e lavorano con gli immigrati
e denunciano l' inazione del comune o peggio l' univoca prospettiva
repressiva delle istituzioni in merito. Con il problema dell' alloggio
e degli affitti che questa città soffre da tempo, dopo gli
sgomberi e la progressiva chiusura dei centri di accoglienza, è
uno scandalo che una struttura simile, ripetiamo in buone condizioni
e pagato con soldi pubblici, resti chiusa. Su questo noi abbiamo preso
un' iniziativa concreta. Pensiamo che quest' azione non risolva gli
immani problemi che ci troviamo difronte ma pensiamo di dare un segnale
forte tentando di mettere in campo e dal basso una progettualità
in tema di accoglienza , alloggi e diritto alla casa che latita in
primis a causa di questa giunta comunale.
Questa è la nostra risposta allo sgombero violento di ieri
notte dei migranti pakistani all' ex dazio di via Mattei!
Questa la nostra risposta allo sgombero del campo di
citadini rumeni di un mese fa a Borgo Panigale e alla
totale indifferenza dimostrara dal comune verso la
loro sorte!
Questa la nostra risposta alla Bossi-Fini!
Questa la nostra risposta all' egoismo sociale che
riguarda buona parte di questa città!
Invitiamo tutti all' assemblea del BSF di questa sera!
Kontroverso,
ex-mercato24,Rifondazione Comunista, Spazio sociale studenti, Tavolo
migranti, Disobbedienti...nel bsf
http://italy.indymedia.org/news/2002/10/94767.php
http://italy.indymedia.org/news/2002/10/94741.php
kontroverso@yahoo.it
16/10/02
Dichiarazione stampa di Stefano Maruca (Segreteria CGIL Bologna)
su occupazione dell¡ex
albergo dei ferrovieriDi fronte alla notizia che Àun gruppo di attivisti
del BSF ha occupato l¡EX ALBERGO DEI FERROVIERI di via Casarini 23”
penso che occorra guardare alla drammatica realtà al problema
irrisolto, che questa iniziativa mette in evidenza:
l¡incapacità della città di Bologna di dare risposta
al bisogno di casa in affitto per i lavoratori immigrati (italiani
e stranieri), per i giovani (coppie o singoli) che intendono rendersi
autonomi dalle famiglie, per i nuovi e vecchi poveri.
La CGIL di Bologna, insieme ad un vasto arco di associazioni, ha denunciato
con forza la drammaticità dell¡emergenza casa e l¡urgenza con
cui andrebbero predisposte soluzioni abitative tipo Àalbergo popolare”
per consentire alle fasce più deboli del lavoro migrante e
del disagio sociale di trovare risposte diverse da quella della strada
o della baracca in riva al fiume.
La vera notizia, anzi lo Àscandalo”, non è tanto l¡occupazione
dello stabile abbandonato di via Casarini, quanto il fatto che questo
e altri stabili che potrebbero essere adibiti ad albergo popolare
o alloggi a canone calmierato, rimangano abbandonati e inutilizzati,
per l¡inerzia o peggio l¡indifferenza dell¡Amministrazione Comunale
e degli Enti Locali di fronte a questo specifico problema.
Il problema a nostro
giudizio non è principalmente quello delle Àrisorse”.
In città (intesa come città metropolitana, ad ambito
provinciale) esistono edifici, aree, soggetti economici, forze sociali
e del volontariato, sufficienti a costruire risposte adeguate, la
grande assente è la Politica.
Alle amministrazioni comunali e provinciale chiediamo, anzi pensiamo
che abbiano il dovere di assumere l¡inizitiva per attivare le risorse
sopraccitate al fine di potenziare l¡offerta abitativa e l¡accoglienza
verso i nuovi cittadini.
L¡occupazione non è la risposta a questi problemi, ma forse
può essere il dito che indica la luna a chi ha la responsabilità
di governare Bologna.
Bologna 16 ottobre ¡02
17/10/02
Grandi avvenimenti scuotono il nostro paese; dopo anni di soporifera
pace sociale , emerge con chiarezza una nuova conflittualità
diffusa, che fa della difesa e dell'estensione dei diritti,
un punto centrale dell'iniziativa politica e sindacale, di cui
lo sciopero generale rappresenta l'espressione più alta.
La pretesa di assoggettare i bisogni degli uomini e delle donne
alle esigenze del "mercato" si scontra oggi con un movimento
sociale che ,dai luoghi di lavoro al mondo variegato del volontariato
e dell'associazionismo, dalla sinistra politica al movimento
contro la globalizzazione capitalistica, tenta di ri-costruire
momenti di resistenza e di contrasto alla violenta imposizione
delle politiche neoliberiste, di cui gli immigrati, anello debole
della società, sono il soggetto più colpito. L'occupazione
di un ex albergo per ferrovieri, da parte del Bologna Social
Forum, in stato di abbandono da anni, si muove nel giusto obbiettivo
di dare una risposta alla totale assenza delle istituzioni nelle
politiche per l'accoglienza e per la casa, in questo senso raccoglie
il mio sostegno. A chi può dispiacere la socializzazione
di uno stabile inutilizzato da anni? Non certo ai lavoratori
ed alle lavoratrici, agli studenti universitari ed agli immigrati
che sono costretti a sborsare fino a 300 E al mese un posto
letto e fino a un intero stipendio per poco più di un
monolocale, non certo a chi oggi lotta per difendere il proprio
salario, non certo ai lavoratori interinali della Tim di Bologna
,che da mesi sostengono una vertenza contro la precarietà
e per ottenere lo stesso salario riconosciuto ai loro colleghi.
Lo Scalo internazionale dei migranti, così è stato
ribattezzato l'ex albergo, può rappresentare il tentativo
di realizzare percorsi di elaborazione politica di un'altra
socialità, coniugando efficacemente forme di assistenza
alle emergenze sociali, ad una pratica politica che si spenda
per costruire una vertenza generale, sul territorio, per la
riconquista dei diritti negati.
Sergio Bellavita
Segreteria Regionale Fiom Emilia Romagna
COMUNICATO STAMPA
DE SIMONE (PRC): BOLOGNA, LA REGIONE ACQUISISCA STABILE DI VIA CASARINI
"Ho raggiunto questa mattina, a margine della manifestazione per lo
sciopero generale, insieme agli esponenti del Bologna Social Forum,
il Ferrhotel, lo stabile ferroviario inutilizzato di Via Casarini. Ho
potuto verificare, durante la visita, che la struttura è tutt'altro
che fatiscente, come invece dichiarano i dirigenti di Trenitalia, ed,
anzi, potrebbe rispondere alla necessità di spazi adibiti a scopi
sociali - è quanto ha dichiarato Titti De Simone, capogruppo
di Rifondazione Comunista in Commissione Cultura alla Camera -. Nel
territorio bolognese si è manifestata l'esigenza di una struttura
adibita all'accoglienza di cittadini stranieri che vivono situazioni
di particolare disagio, come è rilevabile dalla vicenda, ancora
aperta, dei lavoratori Rumeni. La Regione - ha aggiunto De Simone -
è in grado, almeno sulla carta, di soddisfare questa necessità,
avendo a disposizione un fondo destinato al finanziamento di spazi adibiti
a scopi sociali. È anche possibile partecipare ad un bando, la
cui scadenza è fissata al 31 ottobre: resta poco tempo, ma lo
spazio è stato individuato e manca solo la presentazione del
progetto. Ho chiesto, quindi, questa mattina un incontro al prefetto
per proporre l'apertura di un tavolo di confronto, a cui partecipino
gli Enti locali, per poter acquisire questo spazio. Ora - ha concluso
De Simone - è necessario che la Regione si attivi."
Bologna, 18 ottobre 2002
Notte tra 5° e 6°
giorno.
Siamo senza acqua. Acqua
che è indispensabile per vivere, per tutti voi, per noi e per
coloro che con noi costruiranno questo progetto di resistenza pratica
alla applicazione della terribile legge razzista Bossi\Fini.
La stessa acqua che in tante parti in tutto il mondo è oggetto
di vergog nosi attacchi neoliberisti. Acqua che è un diritto
sempre meno garantito per gli ultimi della terra.
Da 3 giorni Trenitalia spa ha deciso di assediare questo sogno che nasc
e in via Casarini 23. Un sogno praticato da noi, da molti altri come
noi e differenti da noi. Un sogno fatto di diritti e dignità
per tutti, un sogno di città metropolitana, europea, globale,
meticciata e multicultur ale, in cui cittadino sia chiunque decide di
abitare a Bologna indipende ntemente da dove sia nato o dal sangue che
scorre nelle sue vene.
Dall'altra parte del muro c'è un'impresa ex pubblica, ex partecipata
sta talmente, ora svenduta al privato, poco sociale e molto rapace.
Un impresa, denominata Trenitalia spa, che non si cura della manutenzion
e delle linee ferroviarie nelle periferie dimenticate (Messina), ma
che investe nella devastazione del territorio per costruire linee di
traspor to d'elite e aprire cantieri ad alta mortalità operaia
(Pianoro).
Un impresa che organizza un assedio nei confronti dello Scalo Internazio
nale Migranti staccando la luce e negando l'acqua. Assoldando un servizi
o di security molto agitato che ci gira intorno e provoca continuamente
la notte sfruttando i cani per presidiare il giardino ed evitarci di
ria ttaccare luce e acqua.
Security ottimista, il cui salario immaginiamo aumenti in ragione del
fa tto che ci nega la possibilità di scrivere parole di libertà
sui muri di questo quartiere triste, rovinato e inquinato.
Badate, se è vero che siamo sotto assedio, è anche vero
che insieme ai n ostri amici resistiamo e respingiamo gli assalti, convinti
che non si po ssa solo attendere un mondo migliore ma che bisogna costruirlo
subito.
Anche perché se è vero che oggi è il terzo giorno
che ci arrangiamo, con tinuando senza acqua e luce, siamo comunque sicuri
che fuori c'è il sole o almeno una bellissima luna.
Agenzia di comunicazione
Scalo Internazionale Migranti
23/10/02
MI CASA ES TU CASA
TU LUCHA ES MI LUCHA
Siamo al settimo
giorno della genesi dello Scalo Internazionale Migranti e la nostra
creatura ha preso forma:un percorso reale di resistenza e di lotta sociale
alla legge Bossi-Fini.
Abbiamo occupato
questo spazio dimesso e inutilizzato per ridare dignità ai nostri
fratelli,abbiamo occupato per dare un futuro a questa città.
Trenitalia
spa si illude vergognosamente di porre fine al nostro progetto di resistenza
e lotta privando lo Scalo di ACQUA E LUCE.
Ancora una
volta prevale il verbo neoliberista di esclusiva proprietà privata
contro quello che invece è un progetto sociale:NOI RECLAMIAMO
IL DIRITTO FONDAMENTALE ALL¡ACQUA,BENE PRIMARIO PER LA SOPRAVVIVENZA
E PER LA DIGNITà DI OGNI UOMO,BENE CHE SIAMO DISPOSTI A PAGARE.
Nel momento in cui questa richiesta ci venisse negata anche dal tavolo
della trattativa (dal quale paradossalmente siamo stati esclusi),riterremo
indispensabile passare ad azioni di riappropriazione dal basso.
ANDREMO AVANTI per dare corpo a Reti di Resistenza e garantire continuità
allo Scalo Internazionale Migranti,primo Laboratorio concreto di Opposizione
alla legge Bossi-Fini.
ÀMancano 106
miglia per arrivare a Chicago,abbiamo il pieno di benzina,mezzo pacchetto
di sigarette,è buio e noi abbiamo gli occhiali da sole.Partiamo”
(John Belushi,The Blues Brothers)
Gli occupanti
dello Scalo Internazionale Migranti
All'attenzione
della stettabile Trenitalia spa
e per conoscenza gentile signora società civile e organi di stampa
Lo Scalo Internazionale Migranti di via Casarini 23 è stato occupato
il 16/10 scorso e da questa data autogestito con la solidarietà
di molte associazioni, organizzazioni sindacali e partiti politici.
Nonostante ciò la situazione all'interno dello Scalo è
ancora precaria perchè la proprietà, che ha lasciato in
disuso e in deperimento lo stabile per oltre due anni, ha tagliato la
fornitura della centrale termica e dell'energia elettrica.
Noi lavoratori e disoccupati migranti siamo disponibili a coprire i
costi necessari per queste utenze, considerando soprattutto che qui
dimoriamo con le nostre famiglie e figli, primo tra i quali l'ultimo
nato Bernard che ha solo tre settimane.
Richiediamo quindi l'allacciamento dell'energia elettrica e del riscaldamento
necessari alla nostra sopravvivenza e dignità, decisi a non recidere
comunque dall'iniziativa intrapresa per far valere i nostri diritti.
Agenzia di comunicazione Scalo Internazionale Migranti
CHIUDIAMO I CENTRI
DI PERMANENZA TEMPORANEA
SABOTIAMO LA LEGGE BOSSI FINI
Il 15 settembre a Treviso è stato sottoscritto un patto
in vista dell'entrata in vigore della legge Bossi-Fini: il
patto per l'Umanità.
In risposta ad una legge che considera gli esseri umani merce,
salvo poi rinchiuderli ed espellerli una volta divenuti non
più necessari, quella piazza colorata ed entusiasta
ha voluto ribadire il proprio rifiuto a norme razziste e schiaviste
impegnandosi a praticare quello che noi chiamiamo boicottaggio
e sabotaggio.
Questo impegno ha portato alla creazione il 16 ottobre, qui
a Bologna, dello SCALO INTERNAZIONALE MIGRANTI di via Casarini,
vera e propria breccia all'interno di una fortezza Europa
che negli ultimi dieci anni ha perseguito una politica di
rafforzamento delle frontiere con l'est e il sud del mondo
e di potenziamento dei cosiddetti confini interni mediante
la costruzione dei lager-CPT. A questa idea di Europa noi
ne contrapponiamo un'altra che, dal basso, propone l'accoglienza
e la possibilità di decidere liberamente in quale luogo
della terra vivere e sentirsi cittadini, indipendentemente
da dove si è nati.
Sabato 30 novembre un pulman da via Casarini ci porterà
a corso Brunelleschi dove ci troveremo di fronte ad uno dei
più grandi CPT del nostro paese.
Partiamo per Torino portando
con noi l'esperienza che abbiamo vissuto in questi due mesi
per testimoniare che un altro mondo possibile non lo si chiede,
ma lo si costruisce giorno per giorno.
NESSUN MURO DI CINTA POTRÀ FERMARCI
Agenzia di Comunicazione
"Scalo Internazionale Migranti"
Bologna, 27/11/2002, anno secondo della guerra globale permanente
PRENOTAZIONI: giovedì 28 dalle ore 21, 30 al TPO Viale
Lenin
04/12/02
All'attenzione della Signora
Società civile ed agli amici ed amiche dello
Scalo Internazionale Migranti
e p.c. agli organi di stampa
MERCOLEDI' ANDREMO A INCONTRARE
LA PROPRIETA': CI RICEVERANNO?
La mattina del 16 ottobre 2002 abbiamo occupato l'ex ferrhotel di
via Casarini 23, di proprietà di Trenitalia spa e da anni abbandonato,
dando vita allo Scalo Internazionale Migranti. Lo Scalo non è
un centro di accoglienza, ma un laboratorio politico in cui praticare
forme concrete di resistenza e disobbedienza alla legge Bossi-Fini.
Un primo appoggio ed uno spazio concreto che consenta ai migranti
di riappropriarsi della dignità che questa legge cancella.
Dal 27 ottobre danno vita a questo luogo quegli ottanta rumeni che
il 19 settembre la polizia aveva sgomberato con violenza dalle loro
baracche sul Lungoreno, nell'indifferenza colpevole e complice degli
enti locali. All'interno dello Scalo sono stati eseguiti i lavori
di pulizia generale e di ristrutturazione necessari per poter ospitare
il maggior numero possibile di migranti, ma, immediatamente dopo l'occupazione,
Trenitalia ha tagliato le forniture di acqua, energia elettrica e
gas, cercando di impedire la crescita di questo progetto.
Dopo alcuni giorni di pressione nei confronti della proprietà
è stato effettuato il riallaccio dell'acqua. Lo stesso non
è accaduto per l'energia elettrica ed il gas, nonostante l'assemblea
degli e delle residenti abbia comunicato a Trenitalia l'intenzione
di farsi carico delle spese.
La luce all'interno delle stanze e dei corridoi è a tutt'oggi
fornita da un gruppo elettrogeno che comporta costi elevati di gestione
e non può assolutamente essere utilizzato per alimentare apparecchi
per il riscaldamento, che con l'avanzare dell'inverno diventa sempre
più necessario, anche per la presenza di neonati, bambini e
di donne incinte.
Il freddo sta già causando problemi di salute ad alcuni dei
migranti residenti, che sono dovuti ricorrere alle cure del pronto
soccorso.
Crediamo che luce e riscaldamento siano diritti inalienabili di tutti
i cittadini di questa città, indipendentemente dal fatto che
siamo nati in questi territori o li abbiamo eletti a residenza, indipendentemente
dal fatto che una legge ingiusta imponga la distinzione tra "regolari"
e "irregolari". E siamo sicuri di non essere gli unici a
pensarlo.
E' per questo che i cittadini residenti allo Scalo chiedono a tutte
le associazioni, movimenti e singoli di essere al loro fianco nel
conflitto per la difesa del loro progetto e di rilanciare la resistenza
alla legge Bossi/Fini. E chiedono di farlo concretamente, rendendo
visibile quella rete di solidarietà che ci ha attraversati
in queste straordinarie settimane.
MEETING POINT MERCOLEDI' ORE 17.00 VIA CASARINI 23
Agenzia di comunicazione
Scalo Internazionale Migranti - bologna - via casarini 23
NICIUNO OM E' ILEGAL
NINGUNA PERSONA ES ILLEGAL
KEIN MANN IST ILLEGAL
NO ONE IS ILLEGAL
Lo Scalo
Internazionale migranti si presenta alla città e racconta
la sua storia..
Si racconterà di un Ferrhotel abbandonato da anni nel quartiere
Porto in via Casarini 23 e riaperto il giorno 16 ottobre 2002
da un gruppo di migranti.
Si narrerà di come si sia creata una formidabile unione
tra italiani e migranti dopo uno sgombero violento della polizia
di una baraccopoli sul lungo Reno.
Si parlerà di un progetto che, attraverso la critica e
la resistenza alla legge sull'immigrazione Bossi-Fini, vuole costruire
un luogo di discussione sociale nel quale sia possibile riaffermare
per tutti la dignità che questa legge cancella.
Una dignità che si concretizza nella rivendicazione del
diritto alla casa, al lavoro, all'assistenza sanitaria, all'istruzione
per tutti.Tutti coloro che hanno a cuore la libertà e le
condizioni per la sua realizzazione, sono invitati all'assemblea
che si terrà nella sala dell'Angelo giovedì
19 dicembre alle ore 20:30 in via S.Mamolo 24.
Per questa occasione sono previsti l'allestimento di una mostra
fotografica sui Centri Permanenza Temporanea(CPT) e la proiezione
di alcuni video.
Assemblea
per l'autogestione dello Scalo Internazionale Migranti via
Casarini 23 BOLOGNA
Cantiere
Scalo Internazionale Migranti di Via Casarini 23
Con la
legge Bossi-Fini e l'apertura del CPT a Bologna continua il processo
di esclusione sociale che costringe alla clandestinità
molti cittadini migranti che vivono nei nostri territori.
Contro questi provvedimenti rilanciamo la lotta in città,
a partire dallo Scalo Internazionale Migranti di via Casarini:
sappiamo cos'era, un Ferrhotel dismesso, ora non è più
abbandonato, anzi è un luogo di esperienze comuni.
Oggi comunichiamo alla città l'esistenza di questo Cantiere,
un luogo in cui stiamo costruendo, facendo crescere e dando corpo
ad un progetto: garantire il rispetto della dignità del
migrante, favorire la socializzazione e lo scambio culturale,
creare un luogo di politica nel quartiere, nulla di invisibile
e clandestino, ma aperto alla città.
E' un luogo di tutti i migranti, di qualsiasi provenienza, perché
vi possano trovare strumenti per realizzare il loro progetto di
vita, passare una parte del loro percorso con noi, trovare un
punto di riferimento per le necessità quotidiane (istruzione,
sanità, casa, lavoro). Una rete, dunque, che investa tutte
le comunità presenti sul territorio.
Per far questo pensiamo di realizzare un luogo dove storie e informazioni
possano diventare patrimonio comune; un "ufficio dei diritti",
dove chiedere informazioni, chiarimenti, reperire moduli, per
far conoscere e garantire diritti a chi quotidianamente se li
vede negati, anche in prosecuzione della campagna Tana Libera
Tutti; un "ambulatorio medico", gestito dai medici di
Sokos, con lo scopo di monitorare e far fronte alle emergenze
sanitarie in quelle situazioni abitative di tipo collettivo ad
alto rischio epidemico, prescrivere medicine, richiedere esami
e visite specialistiche; uno "sportello scuola", capace
di indicare la strada per inserire gratuitamente bambine e bambini
nella scuola dell'obbligo (fino ai 15 anni) o in corsi di formazione
professionale e di avviamento al lavoro
Ma il Cantiere è anche e soprattutto un luogo dell'agire
politico e sociale che si oppone nella concretezza dei fatti alle
logiche razziste e decostruenti della Legge Bossi Fini, che lega
il diritto ad esistere col contratto di lavoro: per questo cercheremo
di attraversare tutto l'agire politico locale con le lotte dei
migranti e coi migranti per la chiusura degli aberranti CPT -
Centri di Permanenza Temporanea, per una trasformazione dei CPA
- Centri di Prima Accoglienza, per il riconoscimento dei diritti
di cittadinanza.
Siamo aperti tutti i giovedì dalle 19.00 alle 21.00
Negli stessi orari è attivo il numero di telefono 348/4124625
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