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Fermare
la guerra è possibile
ASSEMBLEA
MOVIMENTI "PER FERMARE LA GUERRA"
DOMENICA 16 FEBBRAIO A ROMA
DOMENICA 16
febbraio dalle ore 10 alle ore 17 gli organizzatori del Forum Sociale
Europeo propongono un'Assemblea nazionale "Per fermare la guerra"
per discutere e ragionare su come proseguire la comune «volontà
di fermare la guerra» con una «mobilitazione permanente»
per «ostacolare, boicottare, assediare la macchina da guerra».
L'assemblea si terrà dalle ore 10.00 alle 17.00 c/o Aula Hersoch
della Facoltà di Architettura Roma 3, via Manuzio 72 (ex Mattatoio).
Vi preghiamo di darne notizia e diffondere questo importante appuntamento
di confronto dopo la manifestazione del 15 febbraio.
Gli organizzatori del Fse
Per informazioni:
Bastaguerre
Piero Maestri 333 4665107
Nella Ginatempo 333 9296340
Il Forum sociale europeo Il coordinamento italiano per il Forum sociale
Il 15 febbraio 2003, milioni di persone, in Europa e in tutto il mondo,
manifesteranno il loro rifiuto della guerra che si sta preparando -
la guerra "preventiva" del presidente Bush. Sarà la
"giornata internazionale contro la guerra" decisa dal Forum
Sociale Europeo di Firenze dello scorso novembre che in questi tre mesi
ha conquistato nuove adesioni e una spinta sempre più forte di
mobilitazioni diffuse in tutto il mondo.
A Porto Alegre al III° Forum Sociale Mondiale, i movimenti sociali
hanno voluto trasformare questa giornata in un appuntamento mondiale.
Non era mai accaduto nella storia delle mobilitazioni contro la guerra.
Sarà una giornata internazionale per Fermare la guerra all'Iraq
- un obiettivo possibile e che deve orientare le azioni e i comportamenti
di tutte/i: lo dicono le migliaia di adesioni alla manifestazione italiana
e di iniziative locali che da mesi si svolgono in città e paesi;
lo segnalano le difficoltà dei governi europei a seguire senza
obiezioni le scelte dell'amministrazione statunitense - incalzati dalla
maggioranza dei cittadini europei che sono chiaramente e dichiaratamente
contrari a questa guerra -, lo dimostrano le prese di posizione di soggetti
sociali, culturali e religiosi molto diversi (giuristi internazionali,
intellettuali, vescovi di molti paesi e così via) uniti dalla
certezza del pericolo e dell'inaccettabilità di questo programmato
intervento militare.
E' un consenso diffuso contro la guerra "senza se e senza ma".
Il coordinamento italiano per il Forum Sociale Europeo ha lavorato in
questi mesi per organizzare, preparare e allargare la partecipazione
a questa giornata contro la guerra, ed è importante e inedito
il successo ottenuto con l'adesione al comitato promotore della manifestazione
di centinaia di soggetti collettivi e individuali.
E' chiara per noi la scelta di opporci a questa guerra comunque: non
solo - come recita l'appello del Fse - perché sbagliata "che
sia legittimata o meno dall'Onu", ma soprattutto perché
l'Onu non può in alcun modo "legittimare" la guerra
in base alla sua stessa Carta costitutiva - tantomeno potrebbe mai decidere
una guerra "preventiva". Le ragioni che portano gli Usa e
i loro "amici" a voler intervenire contro l'Iraq non hanno
nulla a che fare con il diritto internazionale, con l'eliminazione delle
armi di distruzione di massa, con i diritti umani - e il risultato certo
di questa guerra, oltre ai morti e alle distruzioni che colpiranno la
popolazione irachena già stremata da 12 anni di embargo criminale,
sarà la completa distruzione del diritto internazionale, il rilancio
di un'egemonia unilateralista degli Usa e dei loro alleati, e una nuova
stagione di guerre e violenze.
Manifesteremo il 15 febbraio contro la guerra "con o senza l'Onu"
- e chiediamo a chi parteciperà a questa manifestazione un "vincolo
di coerenza": chiediamo che i comportamenti concreti siano orientati
a Fermare la guerra e la partecipazione italiana al conflitto perché
questo è un obiettivo possibile.
Chiediamo con forza ai partiti e ai parlamentari che aderiranno e/o
parteciperanno al corteo di impegnarsi a votare contro la guerra e la
partecipazione italiana e a lavorare perché il Parlamento si
pronunci contro l'intervento in Iraq - che sia o meno "coperto"
dall'Onu - e contro la partecipazione italiana in qualsiasi forma -
dal sorvolo dello spazio aereo da parte dei cacciabombardieri, alla
concessione delle basi militari sul territorio italiano, all'eventuale
diretta partecipazione di militari italiani nel Golfo.
La nostra coerenza e la nostra volontà di fermare la guerra non
si esaurirà naturalmente con la giornata del 15 febbraio - che
dovrà essere la manifestazione più grande contro la guerra
come mai è avvenuto per una mobilitazione "preventiva"
- ma proseguirà con una mobilitazione permanente per ostacolare,
boicottare e fermare la "macchina della guerra":
-
Attraverso
nuove e diffuse manifestazioni di opposizione alla guerra - in cui
vogliamo coinvolgere sempre più cittadine/i, nelle città
e nei paesi, nelle scuole e nelle università, nelle comunità
locali ecc., in tutta Italia;
-
Con un
appello a lavoratrici e lavoratori, rappresentanze e organizzazioni
sindacali, perché si arrivi ad uno sciopero generale nel caso
scoppi la guerra - e che possa portare all'organizzazione di uno sciopero
europeo, come già proposto a Firenze;
-
Con l'organizzazione
e la diffusione di campagne di pratiche di azioni dirette - pacifiche,
nonviolente, di non collaborazione e di disobbedienza, dichiarate
e trasparenti - per boicottare, ostacolare e tentare di bloccare la
macchina della guerra - dalle fabbriche di armamenti alle basi militari,
dalle "banche armate" ai mezzi di comunicazione "arruolati"
per costruire il consenso alla guerra.
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