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GIORNATA
CONTRO LA GUERRA, IL RAZZISMO, I VECCHI E I NUOVI FASCISMI
L'assemblea
generale del Bologna Social Forum, riunitasi al TPO mercoledì
scorso, ha deciso di promuovere insieme al Tavolo cittadino contro
la guerra, per sabato 18 gennaio, una giornata di lotta contro l'intervento
armato in Iraq nell'ambito della mobilitazione mondiale proposta,
per quella data, dal movimento pacifista americano.
Un enorme striscione "1000 città contro la guerra"
verrà innalzato alle ore 13,30 in Piazza VIII Agosto (nei pressi
del monumento al popolano). Alle ore 15 si terrà un presidio
in Piazza Nettuno. Alle ore 17,00, lo striscione verrà portato
in Piazza Ravegna (sotto le Due Torri). In tutte e tre le piazze verrà
distribuito materiale informativo e si svolgeranno perforances comunicative.
Per il BSF, la giornata dovrà avere al centro anche la tematica
dell'antifascimo e della lotta al razzismo. E' evidente che i riferimenti
vanno immediatamente all'azione squadristica dei fascisti di Forza
Nuova nella televisione di Verona e alle annunciate manifestazioni
dei nazi a sostegno degli "eroici camerati" inquisiti per
l'aggressione ad Adel Smith (manifestazioni che, tra l'altro, sembrano
rientrate in diverese città). Ma, al di là, di Verona,
è necessario protestare contro quello che sta accadendo, da
un po' di tempo a questa parte, anche a Bologna: scritte minacciose
contro lo Scalo Migranti di via Casarini
e l'ExMercato24 di via Fioravanti, la molotov contro il TPO, le svastiche
sulla sede della Comunità Islamica di Imola, l'incendio della
bacheca del Museo Ebraico, minacce a giovani di sinistra e tentate
aggressioni in alcuni quartieri della periferia.
Quindi, la nostra presenza in Piazza Nettuno, oltre ad esprimere in
modo netto la nostra contrarietà alla guerra di Bush e Blair,
dovrà servire per vigilare contro eventuali provocazioni dei
fascisti.
Il Bologna Social Forum aderisce
alla protesta pacifica delle cittadine e dei cittadini detenuti, sostiene
lo sciopero della fame che in questi giorni si sta estendendo in numerosi
istituti penitenziari. A fronte delle insostenibili condizioni di chi
è ristretto il BSF chiama la società civile, il mondo
dell'associazionismo, dell'autorganizzazione, le singolarità
sensibili a battersi per un provvedimento d'indulto generalizzato subito,
per una radicale riforma del sistema penitenziario, per la depenalizzazione
dei reati minori, per un'estensione ampia delle misure alternative alla
detenzione, per il rispetto dell'art. 27 della Costituzione e della
dignità e i diritti di chi ora, dietro le sbarre, vive in una
condizione totalmente illegale.
Abolire le politiche penali e forcaiole in favore di politiche sociali
di prevenzione della devianza, contrastare radicalmente la criminalizzazione
delle fascie sociali più deboli che oggi vengono invece considerate
"il nemico interno" dai governanti, è una priorità
dalla quale non ci si può esimere. E' una battaglia di libertà
e per la democrazia dal basso che riguarda tutte e tutti.
L'Assemblea del BSF
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